Nella guida pubblicata da Assindatcolf sulla domotica, intesa come aiuto reale per le famiglie con anziani e bambini, una parte tocca il delicato tema della video sorveglianza nelle ipotesi di lavoro domestico. L’installazione di questi sistemi di sorveglianza nella propria casa, ove siano presenti collaboratrici domestiche (colf, badanti o babysitter), infatti, può far scaturire problematiche associate al controllo del lavoro e alla tutela della riservatezza.
Quali sono, in questi casi, le regole che il datore di lavoro deve rispettare?Partendo dal presupposto che il lavoro domestico si basa su un rapporto fiduciario e che nella maggioranza dei casi viene onorato e rispettato da entrambe le parti, in alcuni casi si può tuttavia verificare un problema di fiducia che porta la famiglia a considerare l’installazione di sistemi di video-sorveglianza controllati da remoto.
In questo caso, spiega Assindatcolf, è fondamentale per il datore di lavoro rispettare i vincoli posti dalla normativa sul trattamento dei dati personali a tutela della riservatezza e quelli a tutela della libertà e integrità morale del lavoratore. Il lavoratore, quindi, deve essere sempre informato:
del fatto che si trova ad operare in aree video sorvegliate;
che le telecamere non sono installate in aree di pertinenza esclusiva del domestico, come la sua camera da letto, gli spogliatoi o i servizi igienici.
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Fonte: https://assindatcolf.it