Nell’interpello dell’Agenzia delle Entrate n. 223 del 1° luglio 2019, con il quale viene indicato che l’apparecchio “correttivo” per i denti, fornito di batteria (attiva un micro massaggio) è da considerarsi soggetto ad iva ad aliquota del 22%, mentre i “tradizionali” apparecchi sono soggetti ad aliquota iva del 4% (almeno questa è la conclusione cui siamo giunti, poi invitiamo a leggere la risposta all’interpello).
Può sembrare un problema che investe unicamente la società che cede tali apparecchi agli studi odontoiatrici, ma così non è: nella cerchia dei nostri assistiti nel campo dell’odontoiatria risulta che più di un odontoiatra riceva fatture di tali “apparecchi” da società estere, con obbligo quindi di “reverse charge” ed essendo l’odontoiatra con pro rata di detraibilità pari a zero, è l’odontoiatra che in tale caso deve versare l’iva sulla fattura estera di acquisto, il che sta a significare che l’odontoiatra per versare correttamente l’iva dovrà indicare allo studio del consulente se l’apparecchio acquistato all’estero sia dotato o meno di batteria.
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