Tra le novità introdotte dalla nuova Legge di Bilancio, senza tema di smentita, una tra le più interessanti è quella contenuta nei commi dall’8 al 13 e che già è nota tra gli operatori con il nome di IPERAMMORTAMENTO.
Si tratta di un’ importante forma agevolativa degli investimenti, che consente all’impresa di portare in deduzione dal reddito (con i modi e nei tempi previsti dal piano di ammortamento del bene acquistato) un importo pari al 250% del valore dell’investimento medesimo.
In modo più immediato, è possibile affermare che, fatto 100 il valore del bene in cui si è investito, lo Stato mi restituirà in termini di imposte da non versare almeno 60.
La norma fissa ovviamente delle specifiche condizioni che debbono ricorrere per poter fruire della importante agevolazione in oggetto.
In particolare:
1) l’azienda dovrà acquistare in proprietà (quindi niente leasing ma solo eventuali finanziamenti);
2) il bene acquistato dovrà essere un macchinario o un impianto (non sono quindi agevolabili automezzi, attrezzature, immobili);
3) l’acquisto e l’entrata in funzione del bene dovranno avvenire entro il 31/12/2017 o entro il 30/6/2018 purché l’ordine sia stato effettuato entro il 31/12/2017 e sia stato pagato un acconto pari, almeno, al 20% del costo del bene;
4) se l’investimento è di valore pari o superiore ad Euro 500.000,00 la norma richiede specifica perizia giurata da tecnico indipendente (Perito Industriale o Ingegnere), se il valore è inferiore, la norma prevede una semplice autocertificazione del Legale Rappresentante. In tale ultimo caso lo Studio Maruggi, considerata l’entità dell’agevolazione, la rilevanza delle sanzioni in caso di false dichiarazioni e la probabilità elevata di controlli, consiglia di munirsi comunque di perizia giurata;
5) I MACCHINARI E GLI IMPIANTI OGGETTO DI AGEVOLAZIONE SONO QUELLI CONTENUTI NELL’ALLEGATO “A” ALLA NORMA (che troverete in calce alla presente ).
Proprio rispetto a questo ultimo requisito riteniamo sia necessario un approfondimento onde essere certi di non incappare nel rischio di acquistare beni (sovente assai costosi) che però non integrino i requisiti richiesti, perdendo così la possibilità di ottenere l’agevolazione.
In particolare, i beni indicati nel citato allegato “A” noto come “documento Calenda” sono quelli che comunemente vengono definiti “4.0 ready” ovvero quelli che possiedono le caratteristiche intrinseche per consentire all’investimento, dopo un necessario intervento di integrazione con l’infrastruttura digitale aziendale, di fruire a pieno titolo dell’agevolazione.
Proprio quest’ultimo è uno dei punti fondamentali che devono essere tenuti in considerazione nell’affrontare un progetto che possa essere considerato eleggibile ad usufruire delle agevolazioni previste dal piano nazionale Industria 4.0: non è sufficiente che un macchinario sia “4.0 ready” per potere usufruire dei vantaggi dell’iperammortamento!
Infatti, l’elemento peculiare è che il macchinario sia inserito all’interno di una architettura che permetta di sfruttare le informazioni generate dalla macchina durante il suo funzionamento per migliorare le performance di funzionamento della macchina stessa, ma anche le prestazioni produttive, l’efficienza, la qualità ed in generale migliorare le prestazioni industriali dell’intera filiera logistico-produttiva.
Per assurdo, un macchinario di tecnologia tradizionale, ma correttamente inserito all’interno della infrastruttura informativa aziendale, può avere diritto ad usufruire dell’iperammortamento, se il modo in cui viene utilizzato rientra all’interno degli utilizzi e degli obiettivi che caratterizzano un sistema industriale 4.0.
È quindi necessario valutare con molta attenzione l’acquisto dei macchinari, perché un’oculata progettazione può permettere di concentrarsi sui veri obiettivi dell’investimento. Un buon progetto può suggerire di dotarsi di macchine di tecnologie più tradizionale, ma che possano armonicamente integrarsi all’interno della architettura di fabbrica ed ottenere risultati 4.0. Al contrario, una scelta non sufficientemente ponderata, potrebbe dare origine a investimenti su macchinari di maggiore costo (recentemente i macchinari cosiddetti “4.0 ready” hanno avuto un aumento del prezzo di listino intorno al 30%) senza d’altra parte portare automaticamente i benefici dell’iperammortamento.
È sempre necessario ricordare che un progetto di Industria 4.0 è solo parzialmente collegato all’acquisto di tecnologia, ma richiede una approfondita progettazione di processi e organizzazione di produzione e manutenzione, di servizi di supporto che coinvolgano i fornitori di macchinari, di formazione e coinvolgimento del personale per sfruttare appieno le opportunità offerte da questo cambiamento industriale.
La definizione degli obiettivi e degli indicatori di performance è decisiva e deve essere collegata strettamente con i cambiamenti organizzativi che l’azienda vuole adottare a corollario dell’investimento in macchinari e che spesso possono impattare sull’intera filiera produttiva, coinvolgendo sia i clienti che i fornitori.
In considerazione di queste brevi note (importanza dell’agevolazione e sistema sanzionatorio, progettualità nella pianificazione ed esecuzione degli investimenti) vi invitiamo a contattare lo Studio Maruggi, nell’ipotesi in cui foste interessati a godere dei benefici di tale norma. Lo Studio ha uno specifico gruppo di ingegneri qualificati a verificare ed attestare la sussistenza delle condizioni più volte citate ed eventualmente a supportare le imprese nella progettazione dell’investimento con l’impiego delle più moderne metodologie presenti nell’arena Industry 4.0 a livello europeo.
Il nostro team di ingegneri, raccolto all’interno della nostra società Quantra – dedicata alla consulenza industriale, ha avviato da più di tre anni lo studio degli aspetti organizzativi ed applicativi della tecnologie digitali al mondo della manifattura, che recentemente ha assunto il titolo, universalmente riconosciuto, di Industria 4.0. Il nostro personale ha sviluppato anche una stretta collaborazione con AFIL (Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia) per la quale lo Studio Maruggi svolge, sin dalla sua fondazione, molte attività legate agli aspetti operativi ed allo sviluppo di politiche industriali a supporto delle imprese del territorio lombardo.
Ci pare inoltre importante evidenziare che uno dei Partner dello Studio Maruggi, l’Ing. Alessandro Marini, ricopre la carica di Cluster Manager di AFIL e di membro del Consiglio Direttivo di CFI (l’Associazione Cluster Fabbrica Intelligente che opera a livello nazionale) ed è stato uno dei fondatori del sistema del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente.
Riteniamo, quindi, di potere fornire alla nostra clientela un servizio accurato e con caratteristiche di eccellenza che possano sia porla al riparo da sgradevoli situazioni sotto il profilo fiscale, che affrontare in modo proficuo eventuali opportunità operative o gestionali.